La lettera del ragazzino al boss della ‘ndrangheta: “Ho 15 anni, sono a vostra disposizione”.

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Una scuola dello Stato. La ricreazione. Due studenti che rimangono in aula. Quanto di più lontano dovrebbe esserci dalla ‘ndrangheta, dai suoi riti arcaici, dai suoi modelli di violenza e sopraffazione. Ma nella Locride le cose vanno in un altro modo, e capita che un ragazzo di appena quindici anni, un giorno di marzo di due anni fa, consegni furtivamente una busta bianca alla sua compagna di classe. Dentro c’è una lettera che inizia così: “Buongiorno carissimo, come va? Spero tutto bene”. Non è la ragazza la destinataria, ovviamente. Chi deve leggere quelle righe è il padre di lei, Antonio Cataldo, il capo cosca di Locri.