La mafia stravolge la concorrenza.

Cassazione,economia,legge Rognoni-La Torre

La concorrenza non è libera, non può esserlo, se un’impresa è protetta da un accordo tra due dei principali sodalizi criminali, mafia e camorra. E perché scatti il reato conseguente (articolo 513 bis del Codice penale, introdotto dalla legge Rognoni-La Torre del 1982) non serve che per l’imposizione di un’azienda da parte della criminalità organizzata siano utilizzati effettivamente violenza o minacce per eliminare i concorrenti. Basta il semplice impiego di un metodo mafioso che non ha così neppure bisogno di atti dirompenti. A queste conclusioni arriva la sentenza n. 6462 del 21 febbraio della Seconda sezione penale della Corte di cassazione che ha annullato l’ordinanza del tribunale del riesame di Napoli che aveva rimesso in libertà due fratelli accusati di essere tra gli ufficiali di collegamento nell’accordo tra Cosa nostra e il clan dei casalesi inteso a condizionare il trasporto ortofrutticolo su gomma in alcune zone della Campania e della Sicilia.