La “pulizia etnica” messa in atto da Cosa nostra a Barcellona

Tredici omicidi non ancora chiariti del tutto per l’impressionante catena di sangue di Cosa nostra barcellonese negli anni ’90, la guerra di mafia che lasciò sulle strade decine di cadaveri, molti dei quali scomparvero nel buio più assoluto di un cantiere o di un torrente, e non vennero mai più ritrovati. Su alcune esecuzioni non s’era saputo mai nulla. Adesso s’è aperta una nuova luce. Tredici omicidi che hanno una nuova lettura rispetto al passato grazie alla dichiarazioni del pentito barcellonese Salvatore Micale, che ha raccontato per mesi la sua verità ai magistrati della Distrettuale antimafia di Messina. Ha indicato mandanti e autori di quelle sentenze di morte decretate molto spesso solo per punire alcuni “ragazzi” che avevano sbagliato secondo i canoni della famiglia mafiosa, o realizzando furti in case “protette” oppure spacciando al difuori del “giro” tradizionale governato dal gruppo, senza chiedere alcuna autorizzazione. È tutto questo l’operazione antimafia portata a termine stanotte dai carabinieri del Ros con il supporto dei colleghi del Comando provinciale e del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania, con la notifica a sette indagati dell’ordinanza di  custodia cautelare.