La tumulazione blindata di Matteo Messina Denaro un rito per la famiglia clan

Quando il carro funebre sta per entrare nel cimitero, Salvatore Messina Denaro — il fratello del capomafia morto lunedì — si precipita a poggiare una mano sul finestrino, come ad accarezzare la bara, e intanto tiene in alto un mazzo di rose gialle. I poliziotti della squadra mobile di Trapani si scambiano uno sguardo. Le rose gialle “a stelo lungo” le aveva chieste il boss Matteo Messina Denaro nei pizzini ai suoi familiari, quando ancora non era ammalato ed era l’imprendibile signore di Cosa nostra. «Portate rose gialle sulla mia tomba », scriveva. Il delirio di onnipotenza del padrino che non ha mai smesso di custodire i segreti delle stragi e delle complicità eccellenti. E, oggi, quel mazzo di rose gialle ostentato davanti a fotografi e cameraman è già diventato un segnale inquietante. Forse, addirittura, un messaggio per gli insospettabili complici.