Dopo che il primogenito Nicola, «storico reggente del clan», si è allontanato da Vibo per trasferirsi a Roma, il bastone del comando del “locale” di Porto Salvo e Vibo Marina sarebbe passato a Salvatore Tripodi, penultimo dei 12 figli del capostipite Orlando). Detto “Boss Hog”, quest’ultimo avrebbe impresso un «nuovo slancio» alla famiglia grazie alle sue capacità imprenditoriali e al gemellaggio criminale con i Piscopisani. Da un lato, dunque, la forza economica dei Tripodi, dall’altro quella militare del clan emergente dei «figliolazzi» spregiudicati della frazione alle porte di Vibo. Così, per come emerge dalle carte dell’inchiesta che ha fatto luce su 4 omicidi commessi negli anni della faida tra i Tripodi-Piscopisani e i Patania-Mancuso, la figura di “Salvatore “Turi” Tripodi si sarebbe inserita a pieno titolo, con un ruolo importante benché apparentemente defilato, nella strategia del cartello di clan che nei primi anni 2000 voleva cacciare i Mancuso dalla città capoluogo.
