Le antiche “regole” ma anche i criptocellulari e il dark web: il blitz di Palermo svela come è cambiata Cosa Nostra

Fortemente legati alle antiche «regole», pieni di nostalgia per la Cosa nostra di un tempo a cui si sentono legati da un vincolo indissolubile, ma in grado di sfruttare le ultime tecnologie e il dark web per sfuggire alle intercettazioni e acquistare le armi. E’ una mafia con il passato nel cuore ma lo sguardo al futuro quella raccontata dall’ultima indagine della Dda di Palermo che ha portato in cella 181 tra padrini storici, gregari, estortori, favoreggiatori e narcotrafficanti. Un colpo durissimo ai clan del capoluogo e a quelli della provincia – come sottolineato con soddisfazione anche dalla premier Giorgia Meloni – messo a segno al termine di sei diverse inchieste dei carabinieri. Col sogno nel cassetto di ripristinare la Cupola provinciale, obiettivo che , nel tempo, i clan hanno cercato di raggiungere e la necessità di reclutare affiliati affidabili visto lo scarso spessore dei nuovi quadri, i boss tornano a fare soldi col narcotraffico.