Le assunzioni le decidevano i clan

Un’estorsione in grande stile, «emblematica» la definiscono i magistrati della Dda di Reggio Calabria nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip distrettuale, che ha dato il via all’operazione “Gallicò”. Sotto estorsione, secondo gli inquirenti sarebbe finito «il supermercato Lidl di Gallico, al quale fin dalla sua apertura… erano state imposte dalla cosca plurime assunzioni di lavoratori legati ai vari esponenti di ‘ndrangheta». In questa vicenda si inquadrano alcuni fatti contestati dalla procura antimafia a Antonino Crupi. La disamina dei magistrati, però, parte dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Mario Chindemi che «individuava in Domenico Marcianò, detto “Micu briscola”, l’esponente apicale della cosca che, facendo sfoggio del proprio potere criminale, aveva fatto assumere nella società Lidl Italia srl persone legate alla cosca». Le dichiarazioni del pentito sono state verificate dagli investigatori appurando che «vari lavoratori… erano legati ai seguenti esponenti della cosca di Gallico: Domenico Chirico, Domenico Marcianò, Sebastiano Callea, Antonino Crupi, Mariano Corso».