Le vittime denunciano, le ’ndrine tremano

«Gli dicono vieni qua, o te la canti o ti prendiamo tutto…». Non ci riescono proprio a concepirlo, i capimafia, un cambio di mentalità: impossibile, nella loro visione, che un imprenditore decida autonomamente di denunciare. E allora l’idea è che debba essere stato “minacciato” dallo Stato, convinto dalle pressioni degli inquirenti e dalla paura di perdere tutto, schiacciato dalla prospettiva – come rimarca Gino Molinetti (non indagato nell’inchiesta Garden)a Cosimo Borghetto, entrambi intercettati – che «dopo che ha lavorato cinquanta anni» gli «prendono tutte le cose in un minuto ». Così, «quello se la canta». La conversazione riportata nell’ordinanza del gip Tommasina Cotroneo è illuminante. A parlare sono Borghetto, che per il gip è «il “mammasantissima” di più alto rango dell’intera ndrangheta reggina, l’unico in grado di tener testa a Carmine De Stefano», e Molinetti, ritenuto dalla Dda storico esponente della ndrangheta di Archi.