«L’eccidio fu un atto terroristico, la mafia dichiarò guerra allo Stato».

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La decisione della mafia di uccidere Giovanni Falcone non rappresentò solo l’intenzione di eliminare un pericoloso nemico dell’organizzazione, ma si inserì all’interno del progetto di un vasto attacco e di una drammatica offensiva alle istituzioni e allo Stato di cui furono parte le stragi di Capaci e via D’Amelio e quelle del ’93. Una vera azione di terrorismo. È quanto affermano i magistrati di Caltanissetta che hanno firmato l’avviso di conclusione di indagine in merito alla nuova inchiesta sulla strage di Capaci. Cosa nostra, insomma, dichiarò guerra allo Stato per una strategia ben precisa.