L’escalation del “gruppo Sapone” sponsorizzata dalla ‘ndrangheta.

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Monopolio assoluto. Il “gruppo Sapone” – i coniugi Antonio Sapone (52 anni) e Maria Ripepi (51) e il figlio Vincenzo Sapone (28 anni) che sono gli indagati principali dell’inchiesta “Las Vegas” e i destinatari del sequestro bene da 9 milioni di euro per aver costruito un impero illecito, con l’avallo della ‘ndrangheta, installando videogiochi – aveva messo le mani sul vorticoso business delle slot machine approfittando degli esiti dell’indagine che nel 2009 aveva travolto “il re dei videopoker” Gioacchino Campolo. Che finendo in manette, e spogliato dell’impero di circa 330 milioni di euro tra ville ed appartamenti a Reggio, Taormina e Parigi e una galleria con 119 quadri d’autore che custodiva in casa, aveva lasciato «un vuoto commerciale nel settore del noleggio degli apparecchi da gioco all’interno della città di Reggio Calabria e comuni limitrofi».