Sarebbero le parole di due avvocati a inguaiare il principe delle toghe calabresi, il presidente dell’Unione Camere penali italiane Armando Veneto che poche settimane fa ha ricevuto dalla Dda di Catanzaro un avviso di conclusione delle indagini per le ipotesi di corruzione in atti giudiziari e concorso esterno. Secondo l’accusa sarebbe stato lui a fare da intermediario tra esponenti del clan Bellocco e membri della magistratura per avere scarcerazioni facili e sentenze favorevoli. Dopo la notifica del provvedimento sono stati depositati gli atti di un’inchiesta durata praticamente dieci anni. Tra le carte sono così spuntate le intercettazioni captate nello studio dell’avvocato Vincenzo Minasi e le dichiarazioni rese da un altro avvocato divenuto collaboratore di giustizia Vittorio Pisani.
