L’ondivaga condotta del giudice Petrini.

Operazione,Genesi,giustizia,'ndrangheta,Catanzaro

L’ondivago accusatore. Il giudice Marco Petrini, dopo il clamoroso arresto, ha reso pesanti dichiarazioni nei confronti di colleghi, di avvocati, di commercialisti e medici. Al furore dichiarativo iniziale, però, nel corso dell’ennesimo interrogatorio sostenuto il 17 aprile scorso in tempo di piena pandemia in teleconferenza davanti ai pubblici ministeri di Salerno, il magistrato ha tuttavia compiuto una vera e propria acrobazia pre-processuale, ritrattando molte delle confessioni rese in precedenza nei confronti soprattutto dei colleghi togati. Ai pubblici ministeri che lo ascoltavano ha detto di aver fornito in precedenza ricostruzioni improbabili perché ritrovatosi in uno stato di particolare prostrazione psicologica. La nuova posizione assunta dall’ex presidente dell’Assise di Catanzaro ha indotto ai magistrati inquirenti a compire ulteriori attività investigative nei suoi confronti culminate anche nella registrazione dei colloqui telefonici intrattenuti dall’indagato “eccellente” con l’ex moglie residente a Lamezia Terme.