Palermo 29 anni dopo la strage di Capaci non è più solo un grumo irrisolto di violenza e misteri. Il Presidente della Repubblica riconosce che dopo quell’attacco si mise in moto un movimento di liberazione. Poi, finalmente, «passione e azione hanno messo radici solide nella società. Contribuendo a spezzare catene della paura, reticenza, ambiguità, conformismo, silenzio, complicità». Questa estiva giornata di maggio, oltre a rendere onore alla memoria di Giovanni Falcone, diventa il palcoscenico da cui Sergio Mattarella stigmatizza i «sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della magistratura che minano il prestigio e l’autorevolezza dell’ordine giudiziario».
