“Mi hanno picchiato ma non cedo a loro resto qui a difendere il mio lavoro”

Quando alle sei del mattino le ultime sirene sono già lontane dalle strade di Laurentino 38, sotto i ponti resta solo il silenzio e le discariche abusive protette dalle recinzioni. Qualche pendolare arriva alla fermata dell’autobus, si confabula sulla notte appena trascorsa. «Si sapeva che quello era una spia», azzarda un anziano che passeggia insieme a altri due tentando di dare un volto a chi avrebbe portato le guardie a disturbare gli affari nella borgata stretta tra i centri commerciali Euroma e Maximo e che guarda all’Eur. Il quartiere sa già tutto ma se si chiede: «Conosce i fratelli Muscedere e Alessandro Vincenzo Bevilacqua?», la risposta è la stessa da parte di giovani, adulti e anziani del quartiere: «No, io mi faccio gli affari miei». Lo stesso mood che ha accompagnato l’indagine della polizia che solo grazie alle intercettazioni è arrivata all’identità di chi aveva sparato a uno degli uomini di Bevilacqua in questa periferia di Roma Sud che ha preso forma a fine anni Settanta quando sul progetto di Pietro Barucci si sono costruite le case per chi ne aveva bisogno.