’Ndrangheta e social: quando il criminale diventa influencer

Le attività dei mafiosi sui social network rendono «trasparenti» le organizzazioni criminali. E i “rampolli” delle ‘ndrine assumono il ruolo di influencer, difendendo la reputazione del “brand” e allargando le relazioni attraverso la condivisione di contenuti multimediali performanti. Il quadro sempre più allarmante, segnalato più volte sia dal procuratore di Catanzaro Gratteri che da quello di Reggio Bombardieri, emerge dal primo rapporto dal titolo “Le mafie nell’era digitale”, prodotto dalla Fondazione Magna Grecia e presentato nei giorni scorsi a Roma, alla presenza fra gli altri dal direttore della Direzione investigativa antimafia Maurizio Vallone e dall’esperto in materia Antonio Nicaso, docente alla Queen’s University (Canada) e componente del comitato scientifico della Fondazione.