I miliardi del Pnrr potrebbero costituire «terreno fertile per gli interessi illeciti delle cosche». La relazione semestrale della Dia torna a lanciare l’allarme sul pericolo che la ‘ndrangheta riesca a mettere le mani sui fondi pubblici. Per la Direzione investigativa l’organizzazione calabrese può vantare una «moderna competitività» criminale grazie all’elevato livello di infiltrazione all’interno del mondo politico-istituzionale ricavandone «indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche». «La diffusa corruttela – scrivono gli analisti della Dia – interviene sulle dinamiche relazionali con gli enti locali sino a poterne condizionare le scelte e inquinare le competizioni elettorali. In tal modo diviene evidente la possibilità che la corretta direzione della “cosa pubblica” venga alterata».
