A distanza di oltre un decennio continuano a emergere ipotesi inquietanti e scenari suffragati da «gravi indizi di colpevolezza» rispetto alla stagione di sangue che ha sconvolto l’hinterland di Vibo Valentia a cavallo della prima decade degli anni Duemila. Se è ormai appurato giudiziariamente quali fossero i clan protagonisti della faida – da una parte i Piscopisani, sostenuti dai Tripodi di Vibo Marina, dall’altra i Patania di Stefanaconi foraggiati da Pantaleone “Scarpuni” Mancuso – è ancora da scrivere nelle aule di giustizia la verità su alcuni degli efferati delitti commessi in quegli anni. Su cinque di questi, e su alcune presunte estorsioni, i carabinieri del Nucleo investigativo vibonese (coadiuvati dai “Cacciatori di Calabria”) e i poliziotti dello Sco e delle Squadre mobili di Vibo e Catanzaro – coordinati dalla Dda del capoluogo – ritengono di aver messo un punto fermo con i 14 arresti eseguiti ieri.
