Domani cade l’anniversario numero 34 della pubblicazione sul nostro giornale della lettera di libero Grassi «Al caro estorsore». Quella con cui il coraggioso imprenditore tessile, poi assassinato dalla mafia, diceva urbi et orbi che non avrebbe pagato nemmeno una lira al racket. Scelta che gli costò la vita. E non è un caso che si voglia scegliere il 10 gennaio come giornata dell’antiracket nazionale. Ma dopo tutti questi anni non ci sono molte buone notizie. Non siamo all’anno zero, sia chiaro. Ma è certo sconfortante, ad esempio, la notizia che arriva dal Comune, settore attività produttive. A inizio di novembre erano stati banditi gli avvisi che mettevano a disposizione finanziamenti ai commercianti vittime del racket. Ebbene nel primo avviso solo due hanno presentato la richiesta ottenendo cinquemila euro a testa. S’è dovuto pubblicare un altro bando per tentare di distribuire le risorse a disposizione. Ma il secondo tentativo ha dato un risultato ancora minimo: solo altre due richieste.
