Nonostante il silenzio, Matteo Messina Denaro parlerà. Perché come lui stesso aveva capito quando i carabinieri l’hanno bloccato fuori dalla clinica — «Mi ha detto: “È finita”», ha raccontato il suo autista, Giovanni Luppino, mentre lo portavano in carcere — c’è chi parlerà per lui. Lo faranno i suoi appunti, i libri, quei fogli ancora da decifrare trovati nel covo. Ma soprattutto a raccontare tante cose sarà il suo telefono: uno dei due cellulari sequestrati dai carabinieri è stato utilizzato molto dal boss. A conferma che non si aspettava assolutamente di essere arrestato. Quel telefonino contiene probabilmente diversi segreti, che presto saranno a disposizione degli investigatori. Messina Denaro usava quel cellulare per chiamare chi lo aiutava nella latitanza e aveva pure installato alcune applicazioni per poter scambiare messaggi riservati.
