«Come diceva Hegel “il demonio si nasconde nel dettaglio”. La storia venuta alla luce in questa specifica vicenda giudiziaria non è derubricabile a caso isolato, ma è paradigmatica del ritorno in campo della borghesia mafiosa». Componente del pool plasmato da Falcone e Borsellino, fino a qualche tempo fa procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo, Roberto Scarpinato, è stato fra i primi ad allarmarsi quando sulla scena si sono ripresentati – e con ruolo determinante – politici già condannati per reati di mafia come l’ex governatore Totò Cuffaro e l’ex senatore Marcello Dell’Utri. Timori che l’arresto dell’aspirante consigliere comunale di Forza Italia Pietro Polizzi – politico di lungo corso e molte bandiere, beccato a trafficare voti con la vecchia mafia dell’uditore – sembrano confermare.
