Quattordici chilometri. Da una parte la Movida di Ponte Milvio, il cuore di Roma Nord, la città dei ricchi. Dall’altra San Basilio, la Scampia della Capitale. Sono luoghi distanti anni luce nella percezione che i romani hanno del proprio territorio. Eppure vicini in quella che è la geografia criminale capitolina, dove le cosche costruiscono fortini sociali nei quartieri più poveri, per poi fare affari in quelli più ricchi. Per questo un sequestro come quello di Danilo Valeri non stupisce, ma al contrario conferma l’idea di una città dove sono scomparsi i presìdi della criminalità dopo la caduta di un pescecane come Massimo Carminati, la morte di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli e le ferite inflitte alla famiglie storiche e agli albanesi dall’Antimafia. Dove un giovane può essere sequestrato – c’è chi dice alla messicana – mentre si trova in un locale alla moda, frequentato da vip e influencer.