Quando gli investigatori hanno ascoltato l’intercettazione hanno avuto subito chiaro di avere davanti qualcosa di grosso. Il calibro mafioso di uno dei due interlocutori, che appartiene a una famiglia sempre stata nel cuore del boss Totò Riina, le elezioni comunali imminenti, le parole inequivocabili del candidato al Consiglio comunale e quel «se sono potente io siete potenti anche voi» sussurrato. Un mix di elementi che non ha lasciato scelta ai pm di Palermo che, in meno di due settimane, hanno chiesto al gip l’arresto di Agostino Sansone, costruttore mafioso che con i fratelli ospitò il padrino di Corleone in una delle sue ville prima dell’arresto, del suo collaboratore Manlio Porretto e di Pietro Polizzi, ex esponente dell’Udc ora aspirante consigliere comunale nelle liste di Forza Italia.
