Sequestrati beni per 25 milioni a un imprenditore.

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Questione di metodo. Il contrasto alle mafie passa attraverso scelte strategiche e sofisticate attività d’indagine, dove l’impegno profuso dà la misura della volontà e determinazione nel perseguire il crimine, oggi sempre più strutturato come business, holding e florida impresa. Serve un approccio tecnico fatto di controlli incrociati, certosini accertamenti patrimoniali, competenze specializzate nel setacciare redditi e stili di vita. Obiettivo: colpire il malaffare nelle tasche, il punto più sensibile. Come ha detto ieri il procuratore distrettuale Nicola Gratteri, «Vogliamo impoverire le mafie». E il caso dell’operazione Backlog (accumulare) sfociata nel sequestro di beni per un valore di oltre 25 milioni di euro effettuato dalNucleo di polizia tributaria-Gico della Guardia di finanza di Catanzaro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal tribunale su richiesta della Dda catanzarese. Destinatario della misura ablativa è l’imprenditore 63enne Antonio Saraco di Badolato.