Sequestri e torture così le giovani leve del clan Spada studiano da boss

La paura non è solo per quello che gli potrebbero ancora fare, ma per gli spintoni già presi, per la minicar distrutta, per le risa di scherno e per le minacce: «Stai zitto, stai fermo, non gridare». La paura è per tutto quello che ha già subito. A 16 anni è finito tra le mani di sei giovani leve di uno dei clan più temuti di Roma. «Dici Spada e dici violenza, sopraffazione, tortura», è il commento di un investigatore che ha incrociato più volte la storica famiglia Sinti sul proprio cammino. La tradizione criminale detta la legge della prevaricazione, insegna a restare indifferente di fronte ai pianti e al tremore di chi si ha davanti. Da Ostia alle piazze di spaccio della Capitale, gli Spada restano un’istituzione della malavita.