Strage del treno 904 i pm riaprono l’inchiesta. “La pista dell’alleanza mafia, Servizi e politica”

Il Natale del 1984 venne sconvolto da una strage provocata da una bomba collocata su un treno, il rapido 904, affollato di cittadini che si preparavano alle festività: i morti furono 16, 267 i feriti. Le indagini e i processi hanno accertato la matrice mafiosa, lo zampino del corleonese Salvatore Riina. Era un tentativo di ricatto allo Stato contro l’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Ma accanto a Cosa nostra sarebbero stati anche altri a progettare quell’attentato, che portò ad una saldatura tra i boss siciliani, i camorristi della Nuova famiglia, uomini della criminalità romana, in particolare della Banda della Magliana, personaggi della destra eversiva e settori deviati delle istituzioni. Tutti legati e collegati da un mafioso, Pippo Calò, che su indicazione di Riina svolgeva un ruolo di cerniera fra questi apparati. Ora, a quasi quarant’anni dalla strage di Natale, la procura distrettuale antimafia di Firenze ha riaperto un’inchiesta, con nuovi elementi d’indagine, che punta ad accertare le complicità esterne a Cosa nostra in quella stagione stragista che inizia con la bomba al rapido 904 fino alle stragi del 1993 e 1994 al Nord.