C’è un aspetto degli attentati di Capaci e via D’Amelio, tremendi, che sfugge all’attenzione di molti. Riguarda il significato più proprio delle due stragi. Il fatto che non erano, in nessun modo, contro lo Stato ma contro l’antimafia degli anni ’80 rappresentata dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e dalle altre vittime assassinate per gli stessi motivi. Perché mai dovevano essere contro lo Stato se è vero che la mafia con lo Stato da sempre ci ha doviziosamente campato (senza che ciò significhi che lo Stato sia mafioso)? Cogliere questo aspetto — iscritto nei fatti — fa capire il senso, cioè gli obiettivi, dei due attentati. Convince ad abbandonare schemi corrivi e fuorvianti. E ad assumere la storia drammatica, non solo degli anni ’80, per quella che è stata: ricca di promesse per un futuro più democratico dell’Isola, libero dal potere mafioso.
