Sui Nebrodi c’era pure la “mafia dell’acqua”

All’indomani della maxi operazione Nebrodi 2 che ha aggiornato la geografia mafiosa lungo i monti della zona tirrenica si possono probabilmente fare alcune considerazioni. La prima è che “morto” un capo, e in questo caso la corrispondenza è con la carcerazione dovuta alla Nebrodi 1, se ne fa subito un altro. È accaduto inevitabilmente anche stavolta, ma con la capacità da parte della Distrettuale antimafia di tracciare in tempo quasi reale le evoluzioni nel gruppo di comando. E così – lo scrive il gip Eugenio Fiorentino nella sua ordinanza -, vertice dalla famiglia mafiosa dei Bontempo Scavo era divenuto Salvatore Bontempo Scavo inteso “l’avvocato”, mentre a capo dei Batanesi s’era insediato Carmelo Bontempo Scavo inteso “pittinissa”, che condivideva il ruolo con Sebastiano Bontempo Scavo inteso “spacchiusu”, entrambi ritenuti uomini di fiducia di Sebastiano Bontempo inteso “uappu”, il vero capostipite e ancora ritenuto al vertice del gruppo.