“Testa di serpente”, inflitte quindici condanne

Quindici condanne. Nella tarda serata di ieri, è stata emessa la sentenza per tutti gli imputati del processo “Testa di Serpente”. Pene pesanti per i presunti affiliati ai clan bruzi. Nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero ha ricostruitole indagini che hanno consentito di accertare l’esistenza di due consorterie criminali tra Cosenza e Rende, ovvero il gruppo degli Zingari che sarebbe stato, per anni, guidato dai fratelli Luigi e Marco Abbruzzese e poi il gruppo chiamato degli Italiani, che secondo i magistrati della Dda sarebbe stato gestito da Roberto Porcaro, oggi collaboratore di giustizia. Porcaro, infatti, da qualche mese ha deciso di “saltare il fosso” e di raccontare agli inquirenti tutto quello che sa. Le sue dichiarazioni sono finite, anche, nei fascicoli dell’inchiesta “Reset”. La complessa attività investigativa, confluita nell’operazione “Testa di serpente”, ha permesso di accertare come sia il gruppo degli Zingari che quello degli Italiani avrebbero dominato il traffico delle sostanze stupefacenti, usura, ma anche le estorsioni e il traffico di armi. Tra leaccuse contestate c’è anche quella relativa a due tentati omicidi.