Tra i canneti di Nola dove i boss della Capitale brindano alle evasioni

L’immagine è quella di un casolare abbandonato. Mura decrepite, recinzioni inesistenti, un fitto canneto che ostruisce la vista. Un paio di pitbull presidiano la strada d’accesso sterrata, mentre un uomo ci viene incontro e con lo sguardo memorizza la targa della nostra automobile. «Qui arriva solo gente da Roma — dice dopo aver rotto il ghiaccio. — Si fanno la chiamata tra di loro. Quindi è ovvio, io chiamo uno del mio stesso giro e gli dico: esci e vieni qui. E così stanno costituendo una nuova combriccola». Piove a Nola, e piove sul tetto della comunità San Pio, il centro di recupero per detenuti tossicodipendenti che potrebbe diventare la nuova residenza di Ugo Di Giovanni, il criminale della Magliana conosciuto come “il nipote” del boss Michele Senese che nonostante in passato abbia già dimostrato di poter continuare l’attività di spaccio dalle camerette della comunità di Palestrina (dove era stato affidato dal tribunale di Roma) sembra destinato a un nuovo soggiorno terapeutico.