La droga a Trapani arrivava a fiumi. E di questo gli investigatori della squadra mobile, guidati dal vicequestore Emanuele Fattori, ne erano coscienti. Un fiume infernale, con un viaggio di non ritorno, per i tantissimi assuntori. Ed è stato seguendo lo spaccio, quello nei vicoli e nelle stradine dei quartieri della periferia, che gli investigatori della Mobile sono risaliti a chi lo gestiva. Una indagine che ha portato anche ad un collegamento fra Trapani, Palermo e Reggio Calabria. Un asse che vede coinvolta anche la ’ndrina calabrese dei Pesce, una delle più potenti famiglie della ’ndrangheta. In Calabria uno dei due gruppi si riforniva di cocaina. In carcere sono finite 18 persone, mentre dieci, tra due cui tre donne, sono finiti ai domiciliari, un ventinovesimo indagato è irreperibile.