Un nuovo maxi processo alle cosche. Regge l’accusa sul delitto Chindamo

Oltre 180 indagati rinviati a giudizio, 90 hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati in abbreviato, solo tre invece le persone prosciolte. Supera il vaglio del gup il castello accusatorio con cui la Dda di Catanzaro ha svelato i traffici illeciti dei clan vibonesi, la loro infiltrazione nel settore turistico e la rete di “insospettabili” su cui le cosche avrebbero potuto contare. Ma soprattutto reggono le accuse nei confronti di Salvatore Ascone indagato per l’omicidio dell’imprenditrice Maria Chindamo. Alla base del brutale femminicidio –secondo la ricostruzione effettuata dalla Dda la donna sarebbe stata uccisa e data in pasto ai maiali, dopodiché i suoi resti sarebbero stati triturati con un trattore – gli inquirenti ipotizzano un doppio movente: quello della vendetta per il suicidio del marito, da cui la donna aveva deciso di separarsi e della cui morte alcuni familiari le avrebbero addebitato la responsabilità, e quello degli appetiti che il clan Mancuso avrebbe avuto da anni proprio su quei terreni che lei non voleva cedere.