Il suo “tesoro” è uno dei grandi misteri che il boss si porta nella tomba. Un “buco nero” forse figlio di quella trattativa Stato-mafia della quale (secondo l’impianto accusatorio della Procura di Palermo ancora al vaglio del tribunale) Provenzano sarebbe stato uno dei perni, avendo in qualche modo accettato, per il tramite di Vito Ciancimino, quel contatto con il generale Mori che avrebbe portato alla cattura di Riina in cambio della garanzia della libertà per sé e forse anche della messa in sicurezza del suo patrimonio.
