«Vent’anni alla sorella del boss. Curava i rapporti del latitante»

Secondo i magistrati era l’alter ego del fratello Matteo Messina Denaro. Solo a lei, tra i familiari, il capomafia aveva detto di essere gravemente malato. Una confidenza che è poi risultata fatale al latitante, scoperto dopo 30 anni di vita alla macchia proprio per un pizzino con appunti sulla sua salute nascosto nella gamba di una sedia di casa della sorella Rosalia. Ieri alla donna, arrestata un anno fa, i pm di Palermo hanno presentato il conto. Ed è un conto salato: 20 anni di carcere per associazione mafiosa e ricettazione, una pena pesante nonostante lo sconto previsto per il rito abbreviato. Una richiesta su cui il gip si pronuncerà l’11 luglio. La requisitoria in aula è stata fatta dai pm della dda Piero Padova e Gianluca de Leo che hanno indagato sulla maggiore delle sorelle del boss, scoprendo il ruolo da lei assunto negli ultimi anni di latitanza del padrino.