Tra depistaggi, accordi di potere deviati e segreti inconfessabili, la verità sulla strage di via D’Amelio è ancora lontana. Oggi, a 33 anni di distanza dall’eccidio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Agostino Catalano, la richiesta di giustizia non si spegne e da più parti si invoca la ricostruzione di quella terribile stagione di sangue e di attacco frontale alle istituzioni. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda l’impegno di Borsellino e di Giovanni Falcone «nel difendere strenuamente le istituzioni e i cittadini dalla violenza mafiosa, impresso in maniera indelebile nella coscienza collettiva italiana e internazionale».