In seguito alla strage del 2 gennaio scorso consumata nel bar del distributore Esso di Vittoria, il giudice Francesco Mannino dovrà decidere sul rinvio a giudizio dei presunti affiliati al clan Piscopo, dei mandanti e di uno degli esecutori.
testata giornalistica: LA SICILIA
Standa nel mirino della cosca, ma non del capo.
Standa nel mirino della cosca, ma non del capo.
Emessa la sentenza nel processo d’Appello per le estorsioni agli affiliati del Gruppo e alla consociata Css. Undici anni ad Ercolano e Tuccio, due a Pulvirenti e Stimoli. Assolto, invece, Santapaola e condanne confermate per i suoi luogotenenti.
Dentro il marsupio pistole, soldi, assegni e cambiali
Dentro il marsupio pistole, soldi, assegni e cambiali
Finiscono in manette tre presunti appartenenti al clan Cappello. Tra il materiale sequestrato c’è anche un rilevatore di microspie. Nella fuga, uno degli arrestati si frattura una gamba.
‘Da Vittoria un esempio di civiltà per la Sicilia’.
'Da Vittoria un esempio di civiltà per la Sicilia'.
Giornata storica per la città di Vittoria. Alle ore 11 di giovedi’ 21 ottobre è nata l’Associazione antiracket ‘Città di Vittoria’. A battezzare l’evento è stato chiamato Ottaviano Del Turco, il quale ha dichiarato che la nascita dell’Associazione è un importante messaggio di civiltà per tutta la Sicilia.
Squadre che uccidevano fuori dal controllo del boss.
Squadre che uccidevano fuori dal controllo del boss.
I killer che hanno ucciso il funzionario regionale Bonsignore e il panettiere di Firenze sono dei cani sciolti che, in barba ai boss mafiosi ed alle più elementari regole mafiose, hanno insanguinato le strade dell’isola.
Per lo scooter 600 mila lire, per il cantiere 500.
Per lo scooter 600 mila lire, per il cantiere 500.
Estortori in azione a Catania e a Misterbianco. In due diverse operazioni i carabinieri hanno arrestato 5 ‘esattori’. Le richieste a un mauriziano per avere un motorino e a un imprenditore edile.
E sullo sfondo l’ombra di Cosa nostra.
E sullo sfondo l'ombra di Cosa nostra.
Collabora Ignazio Giliberti, il presunto killer del funzionario regionale Filippo Basile. L’omicida svela che sarebbe stato Sprio a pagarlo per uccidere l’uomo.
Ecco killer e mandante, si cerca il movente.
Ecco killer e mandante, si cerca il movente.
Da un delitto ‘minore’ la svolta nelle indagini sull’uccisione del funzionario. Ignazio Giliberti ha confessato l’omicidio Basile ed altri sette delitti, tra cui quello di un avvocato assassinato nel 1990. E nelle mani degli inquirenti ci sarebbe il presunto mandante dell’omicidio Basile: il funzionario della Regione siciliana, Antonino Velio Sprio.
Una malapianta con radici profonde.
Una malapianta con radici profonde.
Dopo aver individuato esecutori e mandanti, sarà importante far luce sul movente dell’assassinio di Filippo Basile. Potrebbe trattarsi del perverso intreccio burocrazia – malaffare nato con la Regione e il lungo braccio di ferro tra burocrati ed antimafia che per mesi ha chiesto inutilmente i nomi dei dipendenti inquisiti.
Gela, il racket ‘esportato’.
Gela, il racket 'esportato'.
La mafia gelese emigra nel Nord Italia gettandosi nel racket delle estorsioni. Un indagine durata due anni ha fatto scoprire una nuova ‘colonia’ di malavitosi siciliani in trasferta. Cinque gli ‘stiddari’ arrestati che imponevano il pizzo a Novara.