La scia di minacce per imporre la legge del «pizzo».

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I metodi per persuadere gli imprenditori a piegarsi erano i classici: dal lucchetto nuovo messo nel cancello del cantiere alla testa di agnello o alla bottiglia incendiaria fatte trovare all’inizio dei lavori. Poi la visita con la richiesta: «Ti devi mettere a posto». E se la vittima non voleva pagare si passava alle altre minacce, alle aggressioni e ai danneggiamenti. Ma in due hanno detto di no ai mafiosi di Tommaso Natale che andavano a bussare per il pizzo. Dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’ultima retata contro il gruppo guidato dal boss Giulio Caporrimo, spunta il comportamento coraggioso di un macellaio che ha consegnato i filmati di quello che è accaduto nel suo negozio.