Donna boss. La prima nella storia. L’unica a partecipare a un summit di mafia e vedere Provenzano vestito da vescovo. La sola a trattare con Riina e gli altri vertici di Cosa nostra o a scrivere un pizzino a un altro capintesta come Matteo Messina Denaro. Una fìmmina di mafia ma capace di tutto. Anche di ordinare un omicidio per mandare un segnale ai Corleonesi. O di ferire il marito, Angelo Caleca, con un doppio tradimento. Prima con le corna e poi con la decisione di pentirsi per amore di un altro uomo, Alfio Garozzo, e dei figli. È una storia da film quella di Giusy Vitale che al cinema rischiò di finirci davvero negli anni che seguirono la sua decisione di vuotare il sacco nel 2005.
