L’uomo d’onore che formalmente doveva essere l’addetto alla consegna del caffè nei punti di vendita tutto il territorio provinciale in realtà era privo della patente di guida proprio per le misure restrittive dovute ai suoi precedenti ed era vincolato ad obblighi precisi come quello della firma. Anche per questo, rileva il Gip nell’ordinanza dell’operazione Navel, quella «assunzione risultava, pertanto, ancor più avulsa da logiche di efficienza imprenditoriale, considerato altresì il rischio del dipendente di essere sottoposto alla contestazione di reati per il solo fatto di guidare i mezzi aziendali, eventualmente passibili di sequestro, e la conseguente necessità in capo al datore di affiancarlo ad altri con ruolo di autista».
