Mafia, l’affondo degli industriali: i grandi marchi aprono agli amici.

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La definiscono «la radiografia di un paradosso». Parlano di «mercato in-quinato» e di una preoccupante tendenza, anche da parte di grossi gruppi, di «arrivare in un territorio» passando «non dal portone di ingresso ma dagli scarichi delle fogne». Ma dietro alle frasi ad effetto e alle metafore che possono servire a sintetizzare un’usanza che non ha mai conosciuto crisi, quella di «cercarsi un amico», Assindustria Palermo vede un elemento che droga l’economia in favore di imprese condizionate (e dopate) dalla presenza di Cosa nostra, dal mancato rispetto delle regole e dal ricorso a una concorrenza sleale che rende quasi impossibile praticare gli stessi prezzi a chi invece colloca i dipendenti e paga le tasse fino all’ultimo centesimo.