Seduto sulla brandina della sua cella, Matteo Messina Denaro trascorre molte ore con la testa fra le mani, fissando un punto sul muro davanti a lui. «Ditemi quello che devo fare e lo farò» dice agli agenti che lo sorvegliano. Sta realizzando dentro di sé che dovrà trascorrere molto tempo in quel posto in cui si trova e pensa pure alle regole che gli sono state impartite al suo ingresso. Ma quello che sembra farlo soffrire di più in queste prime 24 ore da detenuto è l’isolamento, il fatto che non c’è nessuno con il quale trascorrere la giornata. E nell’ora d’aria, in cui può andare a passeggiare lungo corridoio protetto da muri alti più di cinque metri, si rifiuta di uscire perché da solo non vuole camminare. Non è abituato U siccu a questa nuova vita da recluso.
