Accorinti e Bonavita gli imprenditori del clan.

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Un vero e proprio impero economico costruito lungo la costa vibonese. Un business a largo raggio foraggiato dagli introiti della fabbrica delle vacanze e delle mini-crociere alle Eolie. Insomma dal settore turistico-ricettivo un fiume di denaro sarebbe confluito nelle casse della ‘ndrangheta. Operazione finanziaria che avrebbe avuto come “regista” il boss Cosmo Mancuso (della “generazione degli 11”) il quale con l’aiuto del nipote Pantaleone Mancuso (alias Scarpuni) sarebbe stato il vero burattinaio. L’anziano boss avrebbe dettato tempi e regole, mentre il nipote avrebbe fatto leva su Nino Accorinti, ritenuto a capo della consorteria di Briatico, sui La Rosa di Tropea e su Il Grande di Parghelia, tutti satelliti in un’orbita circolare intorno al clan di Limbadi, per potenziare la rete e gli affari lungo la costa.