Azzardo e social quei ragazzi persi nel web

“Pure con gli amici scommettevo: dieci euro che mi faccio tutta la strada su un ruota sola. Col poker online ci sono andato sotto, poi è venuto il resto: schedine, slot, Gratta& vinci, bingo. Ho usato le paghette, ho preso i soldi dalla borsa di mamma, ho rubato, ho venduto i gioielli di nonna al Compro oro, ho spacciato, ho chiesto prestiti e sò scappato. Ho fatto quasi tutto». Mattia non è ricco, non è famoso, non fa il calciatore, fuori dalla stanza dello psicologo ha un berretto nero che gli incornicia gli occhi da ventenne. Ma la ludopatia si mangia tutto già da prima, a 14 anni o giù di lì, anche se fino ai 18 sarebbe illegale. «È la dipendenza più pericolosa che incontro», dice sicuro Federico Tonioni che ne ha viste molte. Psichiatra, psicoterapeuta, è il primo ad aver creato in Italia, al policlinico Gemelli di Roma, un centro per le dipendenze dal web: gaming, social e internet addiction, azzardo, perché anche la puntata ora, tra i più giovani, si fa soprattutto online.