Beni confiscati alla mafia, la gestione è un flop

«I dati e l’esperienza fatta lo dimostrano chiaramente: la gestione dei beni confiscati alla mafia si è rivelata totalmente fallimentare e va ripensato radicalmente un nuovo modo di affrontare il problema». Lo dice senza girarci attorno il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo a Palermo, quarta e ultima tappa nelle regioni del Sud, per evidenziare criticità e proposte di cambiamento di una legge che ha fatto da parecchio il suo tempo, nata 27 anni fa (la 109 del ‘96) e che puntava al riutilizzo pubblico e sociale dei beni sottratti alla mafia. Stiamo parlando, dicono le slide di Fondazione con il Sud, di un enorme patrimonio di 24.420 immobili ancora in attesa di destinazione, di cui 9.531 pari al 39% in Sicilia; quelli assegnati ammontano a 19.766, di cui 7.692 in Sicilia in 208 comuni su 391. Le aziende in attesa di destinazione sono ancora 3.356, di cui 979 in Sicilia, quelle assegnate ammontano a 1.759, di cui 551 in Sicilia, 1.637 pari al 95%, uno dei dati più scandalosi, sono state chiuse, 89 vendute e 3 sono in affitto.