Blitz contro il “welfare mafioso” indagati 5 familiari di boss detenuti

«Giuseppe, non ti dimenticare a fargli ricordare a Vassoio per la fine del mese… a casa i problemi ci sono». Così diceva il boss Ivano Parrino al “collega” Giuseppe Incontrera. “Vassoio”, soprannome di Giuseppe Auteri, il custode della cassa del clan Porta Nuova, incaricato di occuparsi del sostentamento delle famiglie dei detenuti. Le intercettazioni dei carabinieri del Nucleo investigativo confermano che la cassa assistenza di Cosa nostra è operativa più che mai, anzi il welfare mafioso si è pure allargato negli ultimi tempi, perché il numero dei boss finiti in carcere è cresciuto sempre più. Ma questa volta l’attenzione della procura diretta da Maurizio de Lucia si concentra anche sui beneficiari, ovvero i familiari dei detenuti: perché i soldi che vengono dati arrivano dal racket delle estorsioni. Così, in cinque sono stati indagati, per ricettazione. E ogni giorno dovranno presentarsi in caserma, per firmare.