Crisi: Covid, sos Sicilia hotel e ristoranti nel mirino delle cosche.

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Nei primi sei mesi della pandemia in Sicilia è passata di mano più di un’impresa ogni 70. E il ritmo, già elevato di per sé, cresce addirittura se si va nel Catanese: una ogni 55, il secondo peggior dato d’Italia. Il dossier Cerved sulle cessioni delle aziende nell’anno del coronavirus rende plastico l’allarme che da mesi le associazioni di categoria lanciano all’unisono: nell’isola il ritardo dei ristori e la crisi di liquidità stanno costringendo gli imprenditori a svendere, esponendosi così al rischio di speculazioni da parte della mafia. Tanto più che negli ultimi tempi si sono ripetuti casi singolari: dalle offerte di sedicenti intermediari di fondi cinesi, statunitensi o di Dubai per rilevare gli alberghi sottoprezzo agli strani furti subiti da alcuni ristoranti.