Da Talarico a Cesa la rete di rapporti imbarazza l’Udc «Franco ci serve».

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«Sono contento di non essere a Lamezia, città pericolosa». Reggio, però, lo può essere «anche di più». E due anni dopo, la “profezia” di una mattina al bar sul lungomare si materializza nell’arresto per Franco Talarico, il segretario calabrese dell’Udc ed assessore regionale al Bilancio finito ai domiciliari nell’operazione “Basso Profilo”. Scambio elettorale politico-mafioso è l’accusa formalizzata dalla Dda di Catanzaro al 54enne lametino, condivisa con i reggini Natale Errigo e Antonino Pirrello (che per ottenere entrature nel settore degli appalti pubblici ne avrebbero supportato la nomination alla Camera nel 2018), e con i catanzaresi Antonio Gallo (il “principino” titolare di una ditta di antinfortunistica a Sellia), Tommaso e Saverio Brutto (padre e figlio, il primo ex consigliere comunale nel capoluogo, il secondo assessore a Simeri Crichi).