Dalle risse agli agguati, l’ascesa all’ombra di Caporrimo.

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Nelle carte c’era già scritto quasi tutto. Dai primi screzi con una serie di ladruncoli dello Zen, ai quali avrebbe chiesto una percentuale sugli incassi legati ai «cavalli di ritorno» (moto e auto rubate e poi restituite dietro riscatto), ai tentativi di conquistare terreno all’ombra di Giulio Caporrimo, il boss che si definiva il «quarto figlio» di Salvatore Lo Piccolo, l’unico motivo per cui Letterio Maranzano – secondo molte conversazioni intercettate negli ultimi mesi – sarebbe ancora in vita. Cerano pure ore e ore di conversazioni trascritte in cui si parlava di omicidi tentati o progettati, di regolamenti di conti a colpi di arma da fuoco e di pistole sequestrate dalle forze dell’ordine alla vigilia di un attentato.