D’Amato, una vita tra porto e pesce.

Cosimo D'amato,stragi,esplosivo

Al porto tutti lo conoscono come «’u marroccu», il soprannome affibbiato a Cosimo D’Amato, l’ex pescatore finito in manette con l’accusa di avere fornito ai capimafia l’esplosivo per le stragi. «Un povero cristo che campa alla giornata – raccontano i marinai di Porticello, la frazione di Santa Flavia che ha la più grossa flotta pe¬schereccia del Palermitano -. Trenta euro al giorno per guidare un furgone e trasportare pesce. Un tipo come lui un mafioso? Ma quando mai, se lo saranno messo in mezzo».