De Lucia rafforza il pool “Cosa nostra è radicata bisogna indagare di più”. Arrivano altri due pm

Trentadue anni dopo le stragi Falcone e Borsellino, non c’è più la mafia delle bombe, sconfitta dallo Stato: ma le «organizzazioni mafiose, Cosa nostra e non solo, sono radicate nei territori» di Palermo, Agrigento e Trapani. Lo scrive il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, che a fine dicembre ha comunicato al Csm, al procuratore nazionale Giovanni Melillo e al procuratore generale Lia Sava il potenziamento della direzione distrettuale antimafia con due nuovi pm:«L’attuale dimensione numerica della Dda continua ad essere palesemente insufficiente — ha scritto — non solo rispetto all’organico previsto, quanto e soprattutto in relazione alla reale quantità di lavoro che la direzione distrettuale deve svolgere». Dopo l’arresto di Messina Denaro, sono tante le sfide che attendono investigatori e magistrati del pool. Ci sono da svelare i segreti del superlatitante morto il 25 settembre, c’è ancora una rete di fedelissimi pronta a gestire investimenti e patrimoni del padrino che ha traghettato l’organizzazione criminale dalla stagione delle stragi a quella degli affari.