Don Luigi Ciotti. “L’anima antimafia si è indebolita. E i boss ritornano”

«Non c’è solo indifferenza, ma qualcosa di diverso e più preoccupante». Don Luigi Ciotti, l’instancabile animatore di Libera, appena ritornato a Torino da Trapani, dove ha partecipato alla cerimonia in ricordo delle vittime della strage di Pizzolungo, fa un’analisi severa su quanto sta accadendo sul fronte della lotta alla mafia. «Oggi c’è il rischio che il crimine organizzato diventi crimine normalizzato nella coscienza di molti». «Nel caso del liceo di Partinico è strano che dei giovani che studiano non si siano resi conto che se Peppino Impastato è stato ed è divisivo lo è nel modo più sano e funzionale per la democrazia. Cioè nel fare una chiara divisione, una distinzione netta, fra onestà e disonestà, diritti e privilegi, idee forti contro uso della forza, difesa del bene comune contro l’accaparramento illecito delle risorse della comunità. A questi ragazzi e ragazze vorrei dire che è giusto pensare con la propria testa, continuare a farsi domande. Ma auguro anche il coraggio di darsi le risposte più difficili, meno scontate».